ADDITIVI e ABBELLIMENTO degli ZAFFIRI e dei RUBINI
Per il trattamento termico del rubino e dello zaffiro vengono usati una varietà immensa di additivi chimici. Solitamente in Thailandia il personale addetto o meglio i chimici che si occupano di questi lavori sono gli stessi che si occupano della chimica agricola.
Ovviamente non tutti utilizzano gli stessi agenti chimici o gli stessi metodi per cui sul mercato si trovano varie tipologie di trattamenti.
Il trattamento termico per l'abbellimento del corindone viene effettuato ad alte temperature (dai 1600°C ai 1800°C) in ambiente ossidante riducente. Questi trattamenti sono molto tossici per l'uomo e gli addetti ai lavori possono facilmente ammalarsi per i forti fumi tossici.
LA NATURA DI UN ADDITIVO:
Il termine additivo si riferisce ad una materia, questa viene aggiunta ad un'altra materia adatta, il tutto finalizzato a cambiare l'aspetto della gemma. Alcuni additivi sono fluidi in grado di dissolvere parzialmente il corindone. Altri additivi possono produrre colore tramite ossido (metallo più ossigeno) o elementi cromofori (Fe2 O3, Cr2 O3 ecc..), questi sono in grado di sviluppare colore nel corindone sotto adeguate condizioni.
Tra gli additivi non cromofori abbiamo la i.e. a-allumina ed altri, questi possono essere chiamati “compensatori” chimici. Fluidi compatibili, cromofori e additivi compensatori possono essere miscelati tra loro e utilizzati nel processo di riscaldamento del rubino e dello zaffiro.
LA NATURA DEL FLUIDO:
Il termine “fluido” si riferisce ad un'insieme di additivi chimici che compongono una materia detta anche solvente, questa è capace di dissolvere un'altra materia detta soluto. Durante il riscaldamento del rubino e dello zaffiro il solvente più comunemente utilizzato per lo scioglimento del corindone è il tetraborato di sodio o borace, ma possono essere utilizzate anche altri materiali compatibili.
Riuscire a selezionare un'appropriato fluido dipende principalmente dall'acido basico caratteristico delle gemme e dalla relazione o grado di parentela con gli altri additivi, la temperatura di fusione, il tipo di trattamento a caldo e l'apparecchiatura utilizzata.
LA NATURA DEL RIEMPIMENTO
Solitamente il riempimento presente nelle fessure sia profonde che di superficie viene applicato a caldo durante un trattamento termico ed è chimicamente composto da borace, diossido di silicone o silice(SiO2) biossido di silice, con tracce di TiO2, Fe2O3 e MgO e altri ossidi. Non è possibile determinare l'esatta natura del silicato presente nella fessura di una superficie in un rubino. Il vetro contenuto potrebbe essere il prodotto di una miscela tra un reagente a base di borace con un altro elemento chimico, oppure il risultato dello scioglimento di vetro-soda (carbonato di sodio) 75% di SiO2, 15% di Na2O più altri elementi sempre misti ad una base di borace. Comunque questo vetro di aspetto piacevole avrà certamente carattere amorfo.
LA NATURA DEL VETRO
Un vetro è un composto usualmente trasparente, non cristallino composto soprattutto di diossido di silicio amorfo ed altri composti.
Il vetro è anche un liquido super refrigerato in quanto non ha un punto definitivo di fusione.
IL MATERIALE FLUIDO IDEALE
Le caratteristiche che dovrebbe avere un fluido destinato al trattamento del corindone sono:
- reazione favorevole con il corindone
- compatibilità con gli altri materiali additivi
- solubilità in acqua
- possibilmente alta purezza
- punto di lenta fusione (150°C a 900°C usualmente al di sotto dei 500°C)
- alta viscosità
- alta volatilità
- facilità di sciogliersi in quantità sufficiente nel corindone (da 30%-35%wt)
- basso costo nei limiti
- livello di bassa tossicità
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Ted Themelis, "Beryllium-Treated Rubies & Sapphires - traduzione di Francesca Fortunato